giovedì 8 aprile 2010

ITA/Stupor mundi: intorno a Federico II

La Scuola siciliana non è pensabile senza la figura del sovrano Federico II; al sovrano svevo, che ebbe dai contemporanei l'appellativo di "stupor mundi" è dedicato il sito omonimo.

Dal programma Crozza Italia una vivace presentazione del personaggio:


Sul canale Youtube un esauriente documentario (in 7 parti):












domenica 4 aprile 2010

ITA/Alle origini della lirica d'arte italiana: la Scuola siciliana

Le origini della lirica in Italia si devono ai poeti della cosiddetta Scuola siciliana, che per primi usarono un volgare neolatino, il siciliano, per una poesia d'arte. Una pregevole presentazione sulla Scuola siciliana (visualizzare a video intero).

La canzonetta di Jacopo da Lentini "Meravigliosamente un amor mi distringe" in due interpretazioni/attualizzazioni:



lunedì 22 febbraio 2010

LAT/CIV - Riti funerari a Roma


Su Sapere.it il dettagliato racconto di come si svolgeva un funerale nell'antica Roma.

giovedì 18 febbraio 2010

ITA/La lirica provenzale



Su Sapere.it un vasto ed articolato percorso sulla poesia in lingua d'oc: origini, sviluppi, autori, temi, modelli.

Tra i primi autori Guglielmo IX d'Aquitania, di cui si può ascoltare "Ab la dolchor de temps novel" (Quando ritorna la dolce stagione):


Tra le molte disponibili su Youtube, alcune esecuzioni moderne di poesia provenzale con l'accompagnamento musicale:

Bernart de Ventadorn, Quan vei la lauzeta mover


Beatritz de Dia, A chantar m'er de so qu'ieu non volria


Giraut de Bornelh: Si’us quèr conselh, bèla amai Alamanda


mercoledì 17 febbraio 2010

ITA/I Fioretti di San Francesco


Il testo integrale dei Fioretti di San Francesco è leggibile online in molti siti: wikisource, fralenuvol; e si può scaricare in formato pdf dal sito liberliber.

Tra i racconti più famosi ''Del santissimo miracolo, che fece santo Francesco, quando convertì il ferocissimo lupo d'Agobio'', che si può ascoltare sul canale Youtube:

Sullo stesso canale un'interessante versione a cartoni animati degli episodi principali dei Fioretti:



Ispirandosi alla spiritualità francescana, il musicista Angelo Branduardi ha portato sulle scene negli anni scorsi gli spettacoli "L'infinitamente piccolo" e poi la Lauda di Francesco, in cui vengono rielaborati e musicati molti episodi dei Fioretti:







Branduardi ha anche interpretato musicalmente il canto XI del Paradiso, in cui Dante esalta la figura del poverello di Assisi:

martedì 16 febbraio 2010

ITA/La poesia giocosa di Cecco Angiolieri

Le Rime di Cecco Angiolieri si possono leggere sul sito liberliber oppure sul sito letteraturaitaliana.

Su pubblica.scuola una scelta di rime di poeti comico-realisti (con note, analisi dei testi e commento): di Cecco Angiolieri S'i' fosse foco, arderei 'l mondo; Tre cose solamente mi so 'n grado; Becchin, amor! - Che vuo', falso tradito?; La mia malinconia è tanta e tale. E poi rime giocose di Rustico Filippi, Folgore da S. Gimignano, Cenne de la Chitarra, ma anche di Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti.

Il sonetto più famoso di Cecco, "S'io fossi foco..." si può ascoltare nell'interpretazione di Vittorio Gassman:


Il sonetto ha avuto anche una trasposizione musicale ad opera del cantautore genovese Fabrizio De André, nell'album Volume III del 1968.

lunedì 15 febbraio 2010

ITA/"Rosa fresca aulentissima" secondo Dario Fo (in Mistero buffo)

Nel 1997, l'Accademia svedese motivava l'assegnazione a Dario Fo del Premio Nobel per la letteratura tra l'altro con le seguenti parole: “A Dario Fo… che nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati”. Il riferimento era soprattutto (anche se non solo) a Mistero buffo, senza dubbio l'opera più famosa di Dario Fo: si tratta di un monologo teatrale, concepito come una “giullarata popolare”. Alla base del testo sta la tesi dell'esistenza di una cultura popolare, vero cardine della storia del teatro, che secondo Fo è sempre stata posta in piano subalterno rispetto alla cultura ufficiale. L'opera consiste in una serie di monologhi, molti dei quali ispirati a episodi del Vangelo (o dei Vangeli apocrifi), riletti in chiave parodistica e satirico-grottesca: La resurrezione di Lazzaro, Il primo miracolo di Gesù Bambino, La Madonna incontra le Marie, Maria alla Croce, La strage degli innocenti. Altri episodi molto celebri: La nascita del giullare; La fame dello Zanni. Per l'opera Fo, sull'esempio dei giullari medievali, crea una lingua d'invenzione, il grammelot, che fonde insieme mimica, gesto, espressioni onomatopeiche e parole inventate, intrecci di lingue e dialetti (nel caso del Nord Italia).

L'opera fu rappresentata per la prima volta nel 1969 e conobbe subito grande successo e innumerevoli repliche; negli anni subì modifiche ed integrazioni. Tra i monologhi inseriti in seguito, quello che oggi apre il testo, in cui Fo illustra e commenta il famoso Contrasto di Cielo d'Alcamo “Rosa fresca aulentissima”:




Il testo è leggibile su Classicitaliani.

A seguire altri monologhi da Mistero buffo:












venerdì 12 febbraio 2010

ITA/La poesia di Jacopone

Al grande poeta francescano è dedicato il sito www.iacoponetodi.it. L'intera raccolta delle Laudi si può leggere nell'edizione Einaudi.


Sul canale Youtube alcune rappresentazioni della lauda Donna de Paradiso:


giovedì 11 febbraio 2010

ITA/Letteratura didattico-morale di area settentrionale

Tra la seconda metà del sec. XIII e i primi decenni del sec. XIV fiorì nell'Italia settentrionale, soprattutto in area lombarda, una originale produzione poetica che utilizzò i volgari locali, retoricamente elaborati. La vivacità della vita sociale e spirituale dei comuni settentrionali ispirò la composizione di scritti a carattere morale e religioso.

L'autore più antico sembra essere il cremonese GERARDO PATECCHIO, che compose uno Splanamento dei proverbi di Salomone , poemetto in 606 versi rimati a coppie, in cui spiega i detti attribuiti a Salomone, aggiungendovi altri proverbi e detti popolari:
Ê nom{e} del Pare altissemo e del Fig beneeto
e del Spirito Santo, en cui força me meto,
comenz e voig fenir e retrar per rason
un dret ensegnamento ch’afermà Salamon.
Sì con’ se trova scrito en Proverbi per letre,
Girard Pateg l’esplana e ’n volgar lo vol metre: (continua)

A Patecchio si deve anche un Enoio (detto anche Frotula noiae moralis), in cui l'autore (sul modello dell'enueg provenzale), elenca le cose che danno noia, che spiacciono:
Noioso son, e canto de noio
qe me fai la rëa çent noiosa.
Eu veço l’omo, com’ l’è plui croio,
tant eleçe vita plui grecosa
en vestir e ’n parlar de regoio
e ’n far ogna causa desdegnosa.
Sì m’è noia, no sai que me faça,
q’ eu no trovo compagno qe·m plaça:
tanta noia me destrenz e abraça,
o’ qe·m sia, enoia me menaça...
(continua)

A PIETRO DA BARSEGAPE' (o Bascape') si deve un lungo Sermone (2440 versi), forse destinato alla recitazione, finito di comporre nel 1274; vi si narrano senza alcuna originalità, sulla falsariga delle fonti bibliche, la creazione del mondo, le vicende di Adamo ed Eva, la vita di Gesù Cristo fino alla passione e morte, il giudizio finale, ma ha interesse per la storia del dialetto milanese.

UGUCCIONE DA LODI è autore di un lungo poemetto intitolato Il libro.

Lo scrittore maggiore è però il milanese BONVESIN DA LA RIVA, maestro di grammatica, contemporaneo di Dante, autore di numerose opere, tra cui spiccano: Il libro de le tre scritture (la nigra, la rugia e l'aurea, rispettivamente dedicate alla rappresentazione dell'Inferno, della Passione di Cristo e del Paradiso) le Disputationes o Contrasti (che hanno titoli latini, ma sono composti in volgare: De Sathana cum Virgine; De peccatore cum Virgine; De anima cum corpore; Disputatio rosae cum viola; Disputatio musce cum formica); De quinquaginta curialitatibus ad mensam (una sorta di galateo ante litteram, che espone norme di buon comportamento a tavola). In latino scrisse tra l'altro De magnalibus urbis Mediolani (in cui descrive le magnificenze della Milano contemporanea) e De vita scholastica (sui doveri dei maestri e degli scolari).

In area veneta GIACOMINO DA VERONA, frate francescano, compose i poemetti De Jerusalem coelesti e De Babilonia civitate infernali, in cui descrisse rispettivamente il Paradiso e l'Inferno.

mercoledì 10 febbraio 2010

ITA/ In principio...il "Cantico di frate sole" di San Francesco

Testo principe della letteratura italiana, il Cantico delle creature è stato nel tempo oggetto di innumerevoli riprese e reinterpretazioni: ecco la versione di Angelo Branduardi


Dal film Fratello Sole sorella Luna, diretto nel 1972 da Franco Zeffirelli, la melodia Dolce sentire, ispirata al Cantico e all'immaginario francescano, interpretata da Claudio Baglioni:


Sulla figura di San Francesco, il film Fratello Sole sorella Luna è visibile - quasi per intero - sul canale Youtube:



domenica 7 febbraio 2010

A teatro: "La tempesta" di W. Shakespeare


Sul sito del Teatro Stabile di Torino la presentazione dello spettacolo teatrale in programma al Teatro Carignano (con alcune immagini di scena).

Inquadramento dell'opera nel contesto della produzione teatrale di Shakespeare e analisi strutturale e tematica su Wikipedia.


Sul sito Shakespeareweb (interamente dedicato al drammaturgo inglese) è possibile leggere il testo integrale dell'opera (in trad. italiana).

Sul canale Youtube un'interessante versione animata del capolavoro di Shakespeare:






domenica 10 gennaio 2010

ITA-LAT/Nefando e nefasto

Nell'uso italiano NEFANDO significa "empio, abominevole, scellerato", e per estensione "malvagio, orribile"; mentre NEFASTO vale "funesto, luttuoso, malaugurato; infausto, sfavorevole, che fa presagire disgrazie".
Entrambe le parole continuano i corrispondenti latini: NEFANDUS e NEFASTUS.

Le parole sono collegate alla radice del vb. FARI (for, faris, fatus sum, fari): "parlare, dire" e rimandano all'opposizione, tipica della lingua e della civiltà latina, tra FAS e NEFAS.

Il vb. fari ha nell'uso una forte connotazione religiosa: vale "parlare con solennità, celebrare, cantare" e "predire, profetare". Il part. perf. fatus ("che è stato detto"), sostantivato crea FATUM (fatum, fati), ovvero "fato, destino, sorte" (destinato ad avverarsi proprio in quanto "è stato detto", si intende dal dio; ovvero dall'oracolo che parla in nome della divinità). Il gerundivo FANDUS vale: "che si può dire, giusto, lecito"; mentre NEFANDUS (ne+fandus) è letteralmente "ciò che non si può/deve dire", ovvero "empio, sacrilego, scellerato".
Merita osservare incidentalmente che dal medesimo vb. derivano anche INFANTE (da INFANS, in+fans, part. pres.; letteralmente "che non può parlare", laddove il possesso pieno della parola è ciò che rende uomini e adulti insieme) e INFANZIA (infantia, -ae).

FAS (n. indecl., da ricollegare alla radice del vb. fari) nella civiltà latina è tutto ciò che è "permesso dagli dei, conforme alle leggi divine", quindi "giusto, lecito"; fas indica anche tout court "la legge/volontà divina". Il suo contrario è NEFAS (ne+fas): "cosa non lecita o ingiusta", quindi "empietà, sacrilegio". Dai due indeclinabili derivano i corrispondenti agg. FASTUS e NEFASTUS.

A Roma dies fasti erano quelli in cui era lecito amministrare la giustizia; mentre le attività giudiziarie erano sospese nei dies nefasti. Era compito e prerogativa del collegio sacerdotale dei pontefici fissare, attraverso la promulgazione del Calendario (poi indicato appunto con il termine Fasti), la distinzione tra dies fasti (segnati con la F) e dies nefasti (segnati con N).

mercoledì 6 gennaio 2010

ITA/DC - Il "feroce" Saladino (ovvero: dalla Divina Commedia alle raccolte punti)



"e solo, in parte, vidi 'l Saladino."

Così Dante presenta, nel c. IV dell'Inferno, tra gli "spiriti magni" del "nobile castello", il musulmano Salah-al-Din, sultano d'Egitto dal 1137 al 1193. Il personaggio chiude la serie degli eroi e condottieri del mondo greco romano (così come gli altri due musulmani presenti nel castello, Avicenna ed Averroè, chiudono la serie dei filosofi e scienziati del mondo antico).

Il sultano Salah-al-Din nel XII secolo riaffermò il primato musulmano nel Vicino Oriente, riconquistando e sottraendo ai Crociati la Città santa di Gerusalemme. Ma al di là del ruolo storico, il Saladino divenne subito nell'Europa cristiana un personaggio leggendario e godette di una fama straordinaria: non solo grande condottiero ma addirittura modello di virtù cavalleresche.

Il Saladino divenne personaggio letterario, protagonista di alcune novelle dell'anonimo Novellino:
(XXIII) "Come il Soldano donò a uno dugento marchi e come il tesoriere li scrisse veggente lui ad uscita"
(LXXIII) “Come il soldano, avendo bisogno di moneta, volle coglier cagione a un giudeo”.
Il "soldano" è appunto il Saladino: nella prima novella rappresentato come uomo cortese e generoso; nella seconda in veste di uomo molto astuto (ma anche infingardo e avido), che progetta di estorcere molto danaro a un giudeo attraverso un’argomentazione che ha la struttura tipica del dilemma: al giudeo avrebbe chiesto quale fosse la fede migliore.
La "novella delle tre anella" si ritrova, rielaborata, nel Decameron di Boccaccio (I giornata, novella terza): Melchisedech giudeo con una novella di tre anella cessa un gran pericolo dal Saladino apparecchiatogli.
E fornirà poi lo spunto ad un famoso dramma di Lessing: Nathan il saggio (1779), "manifesto illuminista della tolleranza religiosa".
Il Saladino, descritto come ospite magnanimo e cultore di arti magiche, è protagonista anche della penultima novella del Decameron (X Giornata, novella nona): Il Saladino in forma di mercatante è onorato da messer Torello; fassi il passaggio; messer Torello dà un termine alla donna sua a rimaritarsi; è preso, e per acconciare uccelli viene in notizia del soldano; il quale, riconosciutolo e sé fatto riconoscere, sommamente l'onora; messer Torello inferma, e per arte magica in una notte n'è recato a Pavia; e alle nozze, che della rimaritata sua moglie si facevano, da lei riconosciuto, con lei a casa sua se ne torna.

Come sia potuto accadere che un sultano musulmano sia divenuto cavaliere ideale per l'Europa cristiana lo spiega in un breve saggio lo storico Franco Cardini: Immagine e mito del Saladino in Occidente.
Lo stesso Franco Cardini ha raccontato le imprese del Saladino in un saggio divulgativo: Il Saladino. Una storia di crociati e saraceni, Piemme, 1999; e, in collaborazione con Teresa Bongiorno, in un godibile romanzo per ragazzi: Il feroce Saladino e Riccardo Cuordileone, Laterza, 1999

Il nome del Saladino ha avuto "fortuna" e suscitato interesse anche in tempi recenti. Negli Anni 30 del sec. scorso si scatenò in Italia una vera e propria caccia al "feroce Saladino". Si trattava di una figurina introvabile, nell'ambito di un concorso a premi promosso dalla Buitoni-Perugina e collegato alla trasmissione radiofonica "I tre moschettieri". L'episodio ispirò qualche anno dopo anche un omonimo film: Il feroce Saladino.

lunedì 4 gennaio 2010

ITA/Lingue e dialetti d'Italia

Sul sito dell'ALI (Atlante Linguistico Italiano) una breve intervista al professor Gian Luigi Beccaria che chiarisce la differenza (tutta di ordine storico-culturale, non linguistico) tra LINGUA e DIALETTO. Sul medesimo tema una breve riflessione del prof. Maurizio Pistone.

Per avere un'idea dell'attuale quadro linguistico dell'area italiana (dialetti e lingue minoritarie) è disponibile un'ottima mappa interattiva.

Sul sito Italica lo storico della lingua Francesco Bruni traccia un ampio profilo del quadro linguistico dell'Italia contemporanea (tra dialetti, lingua nazionale nelle sue varianti, lingue minoritarie e nuove lingue degli immigrati) e della diffusione dell'Italiano fuori d'Italia.

LENGUA PIEMUNTEISA
Si jè cheic'un chi volu 'mparè a lese e scrive la lengua piemunteisa, el sito Piemont u mustra cum fè; 'ndrinta i s'trova gramatica, vocabulari eletronic, leture e studi, e na sernia ed test an poesìa e an prosa.

Chi u vo' prove a lese en piemunteis u po' anche 'ndè a curiosè su Wikipedia en piemunteis.

domenica 3 gennaio 2010

ITA/Primi documenti del volgare

Un'ottima presentazione dei primi documenti del volgare, introdotti, analizzati e commentati secondo la successione cronologica: dai Giuramenti di Strasburgo del IX sec., attraverso l'Indovinello Veronese e il Placito Capuano, per proseguire con l'Iscrizione della Catacomba di Commodilla, la Postilla Amiatina e infine l'Iscrizione di San Clemente. Quindi i vari Ritmi della seconda metà del XII sec.: Ritmo Bellunese; Ritmo Laurenziano; Ritmo Cassinese; Elegia giudeo-italiana.

sabato 2 gennaio 2010

ITA/SALVAPAROLA - 6° Premio di Scrittura Zanichelli


La Casa editrice Zanichelli, che pubblica il noto vocabolario della lingua italiana ZINGARELLI, ha bandito l'annuale PREMIO DI SCRITTURA, giunto alla sesta edizione. Il concorso trae spunto dal Vocabolario Zingarelli: attraverso le votazioni degli insegnanti sono state selezionate 50 "parole da salvare" (in una lista di partenza di 200). 50 parole la cui scomparsa costituirebbe un impoverimento della ricchezza espressiva e dell'efficacia comunicativa della lingua italiana.
Agli studenti è richiesto di proiettarsi tra 20-30 anni e immaginare quale uso potranno avere queste "parole da salvare" in un ipotetico scenario futuro. Il compito consiste nel produrre un elaborato a scelta (racconto, poesia, articolo, canzone etc.) in cui siano impiegate 10 delle 50 "parole da salvare". Il termine per la consegna è il 28 febbraio 2010.

La lista delle parole da salvare, le regole e le modalità per la partecipazione, i premi ed ogni altra informazione utile sul sito Zanichelli.


PS La partecipazione al concorso con un proprio elaborato dà diritto ad un bonus (due bonus per chi sarà segnalato; tre bonus per chi risulterà tra i vincitori del concorso).