giovedì 11 febbraio 2010

ITA/Letteratura didattico-morale di area settentrionale

Tra la seconda metà del sec. XIII e i primi decenni del sec. XIV fiorì nell'Italia settentrionale, soprattutto in area lombarda, una originale produzione poetica che utilizzò i volgari locali, retoricamente elaborati. La vivacità della vita sociale e spirituale dei comuni settentrionali ispirò la composizione di scritti a carattere morale e religioso.

L'autore più antico sembra essere il cremonese GERARDO PATECCHIO, che compose uno Splanamento dei proverbi di Salomone , poemetto in 606 versi rimati a coppie, in cui spiega i detti attribuiti a Salomone, aggiungendovi altri proverbi e detti popolari:
Ê nom{e} del Pare altissemo e del Fig beneeto
e del Spirito Santo, en cui força me meto,
comenz e voig fenir e retrar per rason
un dret ensegnamento ch’afermà Salamon.
Sì con’ se trova scrito en Proverbi per letre,
Girard Pateg l’esplana e ’n volgar lo vol metre: (continua)

A Patecchio si deve anche un Enoio (detto anche Frotula noiae moralis), in cui l'autore (sul modello dell'enueg provenzale), elenca le cose che danno noia, che spiacciono:
Noioso son, e canto de noio
qe me fai la rëa çent noiosa.
Eu veço l’omo, com’ l’è plui croio,
tant eleçe vita plui grecosa
en vestir e ’n parlar de regoio
e ’n far ogna causa desdegnosa.
Sì m’è noia, no sai que me faça,
q’ eu no trovo compagno qe·m plaça:
tanta noia me destrenz e abraça,
o’ qe·m sia, enoia me menaça...
(continua)

A PIETRO DA BARSEGAPE' (o Bascape') si deve un lungo Sermone (2440 versi), forse destinato alla recitazione, finito di comporre nel 1274; vi si narrano senza alcuna originalità, sulla falsariga delle fonti bibliche, la creazione del mondo, le vicende di Adamo ed Eva, la vita di Gesù Cristo fino alla passione e morte, il giudizio finale, ma ha interesse per la storia del dialetto milanese.

UGUCCIONE DA LODI è autore di un lungo poemetto intitolato Il libro.

Lo scrittore maggiore è però il milanese BONVESIN DA LA RIVA, maestro di grammatica, contemporaneo di Dante, autore di numerose opere, tra cui spiccano: Il libro de le tre scritture (la nigra, la rugia e l'aurea, rispettivamente dedicate alla rappresentazione dell'Inferno, della Passione di Cristo e del Paradiso) le Disputationes o Contrasti (che hanno titoli latini, ma sono composti in volgare: De Sathana cum Virgine; De peccatore cum Virgine; De anima cum corpore; Disputatio rosae cum viola; Disputatio musce cum formica); De quinquaginta curialitatibus ad mensam (una sorta di galateo ante litteram, che espone norme di buon comportamento a tavola). In latino scrisse tra l'altro De magnalibus urbis Mediolani (in cui descrive le magnificenze della Milano contemporanea) e De vita scholastica (sui doveri dei maestri e degli scolari).

In area veneta GIACOMINO DA VERONA, frate francescano, compose i poemetti De Jerusalem coelesti e De Babilonia civitate infernali, in cui descrisse rispettivamente il Paradiso e l'Inferno.

Nessun commento:

Posta un commento