mercoledì 6 gennaio 2010

ITA/DC - Il "feroce" Saladino (ovvero: dalla Divina Commedia alle raccolte punti)



"e solo, in parte, vidi 'l Saladino."

Così Dante presenta, nel c. IV dell'Inferno, tra gli "spiriti magni" del "nobile castello", il musulmano Salah-al-Din, sultano d'Egitto dal 1137 al 1193. Il personaggio chiude la serie degli eroi e condottieri del mondo greco romano (così come gli altri due musulmani presenti nel castello, Avicenna ed Averroè, chiudono la serie dei filosofi e scienziati del mondo antico).

Il sultano Salah-al-Din nel XII secolo riaffermò il primato musulmano nel Vicino Oriente, riconquistando e sottraendo ai Crociati la Città santa di Gerusalemme. Ma al di là del ruolo storico, il Saladino divenne subito nell'Europa cristiana un personaggio leggendario e godette di una fama straordinaria: non solo grande condottiero ma addirittura modello di virtù cavalleresche.

Il Saladino divenne personaggio letterario, protagonista di alcune novelle dell'anonimo Novellino:
(XXIII) "Come il Soldano donò a uno dugento marchi e come il tesoriere li scrisse veggente lui ad uscita"
(LXXIII) “Come il soldano, avendo bisogno di moneta, volle coglier cagione a un giudeo”.
Il "soldano" è appunto il Saladino: nella prima novella rappresentato come uomo cortese e generoso; nella seconda in veste di uomo molto astuto (ma anche infingardo e avido), che progetta di estorcere molto danaro a un giudeo attraverso un’argomentazione che ha la struttura tipica del dilemma: al giudeo avrebbe chiesto quale fosse la fede migliore.
La "novella delle tre anella" si ritrova, rielaborata, nel Decameron di Boccaccio (I giornata, novella terza): Melchisedech giudeo con una novella di tre anella cessa un gran pericolo dal Saladino apparecchiatogli.
E fornirà poi lo spunto ad un famoso dramma di Lessing: Nathan il saggio (1779), "manifesto illuminista della tolleranza religiosa".
Il Saladino, descritto come ospite magnanimo e cultore di arti magiche, è protagonista anche della penultima novella del Decameron (X Giornata, novella nona): Il Saladino in forma di mercatante è onorato da messer Torello; fassi il passaggio; messer Torello dà un termine alla donna sua a rimaritarsi; è preso, e per acconciare uccelli viene in notizia del soldano; il quale, riconosciutolo e sé fatto riconoscere, sommamente l'onora; messer Torello inferma, e per arte magica in una notte n'è recato a Pavia; e alle nozze, che della rimaritata sua moglie si facevano, da lei riconosciuto, con lei a casa sua se ne torna.

Come sia potuto accadere che un sultano musulmano sia divenuto cavaliere ideale per l'Europa cristiana lo spiega in un breve saggio lo storico Franco Cardini: Immagine e mito del Saladino in Occidente.
Lo stesso Franco Cardini ha raccontato le imprese del Saladino in un saggio divulgativo: Il Saladino. Una storia di crociati e saraceni, Piemme, 1999; e, in collaborazione con Teresa Bongiorno, in un godibile romanzo per ragazzi: Il feroce Saladino e Riccardo Cuordileone, Laterza, 1999

Il nome del Saladino ha avuto "fortuna" e suscitato interesse anche in tempi recenti. Negli Anni 30 del sec. scorso si scatenò in Italia una vera e propria caccia al "feroce Saladino". Si trattava di una figurina introvabile, nell'ambito di un concorso a premi promosso dalla Buitoni-Perugina e collegato alla trasmissione radiofonica "I tre moschettieri". L'episodio ispirò qualche anno dopo anche un omonimo film: Il feroce Saladino.

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